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La grande paura

Voglio scrivere una piccola storia che per me è stata una grande lezione.

Quando incontra Ivo, il ragazzo che poi diventò mio marito, eravamo molto giovani, fu subito dopo la guerra. Abbiamo vissuto assieme 60 anni.

Ivo fumava già, io non mi sarei mai azzardata neanche a provare perché credevo che fosse un vizio per soli uomini, a quei tempi non avevo mai visto una donna con la sigaretta in bocca. Però c’è un detto “a stare con lo zoppo si impara a zoppicare”. Infatti quando Ivo fumava mi chiedeva se mi dava fastidio. Io rispondevo di no, anzi mi piaceva l’odore del fumo!.. Per non farla troppo lunga, una volta mi chiese se volevo provare a prendere un tiro. Ci provai ma non sapevo che almenjo la prima volta non bisognava ispirare il fumo! Per poco non mi strozzai!.. Ivo mi diede due bacche sulla schiena così mi rimisi in sesto!.

Dopo un po’ di tempo ci riprovai e questa volta andò meglio perché sapevo come si doveva fare!

Allora Ivo mi disse che le sue sigarette erano abbastanza forti perché senza filtro e se proprio avevo voglia di fumare dovevo prendere un pacchetto per conto mio, più leggere e con il filtro. Così giusto per levarmi una soddisfazione, però non avrei dovuto prendere il vizio perché il fumo dicono che fa male.

Allora io, che ho sempre avuto la lingua lunga, gli risposi per le rime dicendogli che se sapeva che faceva male perché continuava a fumare??

Lui rispose: “Perché ho il vizio!”

Io promisi che ne avrei fumate due al giorno, una dopo mangiato a pranzo ed una alla sera dopo cena.

Non mantenni la promessa fatta perché al giorno mi capitava spesso di rimanere in casa da sola. Io pensavo fra me e me che avevo diritto di distendermi i nervi! Così mi mettevo comoda. Prendevo una sigaretta e l’accendevo. C’era un però, non me la godevo del tutto perché era una cosa fatta di nascoso, ma la voglia vinceva il rimorso.

A lungo andare mi accorsi da sola che la mia voce era diventata un po’ rauca. Erano passati nel frattempo degli anni. Comunque parlai con Ivo, gli dissi che mi sembrava di avere sempre l’abbassamento di voce. Lui mi rispose che c’era solo una cosa da fare per levarci il pensiero, cioè andare dall’otorino. Così feci, andai dal mio medico di famiglia e lui mi fece la richiesta per andare dallo specialista.

La prima cosa che l’otorino fece, mi chiese se fumavo. Io un po’ vergognosa gli dissi che si fumavo, ma solo due o tre sigarette al giorno. Lui mi disse di aprire la bocca e mettere fuori la lingua e mi visitò con un aggeggio, non so come si chiamava, che mi mise in gola, Mi sembrava di soffocare. Finalmente la visita finì ed io potei respirare. Chiesi al dottore mentre avevo la tremarella, che cosa aveva trovato nella mia gola e lui mi rispose senzatanti complimenti che avevo un nodulo!

Allora adesso cosa faccio? Lui disse di fare quella cura che mi aveva dato e dopo 10 giorni sarei dovuta tornare da lui, poi mi salutò. Non so come feci ad alzarmi ma ce la feci. Davanti alla porta dell’ambulatorio c’era Ivo che mi aspettava: Come è andata mi chiese. Gli dissi solo: “ho un nodulo alla gola” Lui

Rimase muto, io partii dritta come un fuso, entrai nel primo bagno che trovai, presi fuori il pacchetto di sigarette che avevo nella borsa e l’accendino e li buttai dentro al cestino dei rifiuti.

La cosa che feci dopo andai in farmacia con le lacrime che mi scorrevano sul viso, la dottoressa della farmacia la conoscevo molto bene. Mi rivolsi a lei e le dissi che ero andata dall’otorino che mi aveva trovato un nodulo in gola.

Lei aveva già la ricetta in mano, mi disse che se avessi avuto

Quello che mi aveva detto l’otorino non mi avrebbe dato l’aerosol per curarmi!.. Me lo disse con un modo quasi allegro che mi rassicurò un po’. La ringraziai e me ne andai a casa. Mio marito non sapeva cosa dire, mi seguita in silenzio.

L’apparecchio per fare cura l’avevo in casa, non persi tempo, incominciai subito la cura.

Ma quei dieci giorni furono lunghissimi. Arrivò il giorno della visita, non vi dico neanche in che condizioni ci andai per sentire la mia sentenza. Quando l’otorino mi tirò via quell’aggeggio dalla gola mi disse che le mie corde vocali erano tornate nuove!

Io dico se c’era proprio bisogno di farmi passare 10 giorni d’inferno così?

Perché per addolcire un po’ la cosa lo chiamano nodulo, ma per me che capisco ancora qualche cosa, è sempre un tumore, poi a quel tempo non avevo 90 anni come adesso..

Se la prima volta non mi avesse trattata da deficiente, alla bella notizia che mi aveva dato, io lo avrei abbracciato dalla felicità!

Tutto era andato bene, sono passati tanti anni e non ho più toccato una sigaretta, ma l’odore delle sigarette mi piace ancora!.

 

 

Racconto di Iride Bernabei, Centro integrato anziani di Granarolo dell’Emilia

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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