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Ragù povero

Da ragazola  avevo  dimondi sureli, ma poc dincossa. Stavamo in campagna ma an avevan gninta: ne la tera, ne dal bisti, gninta insomma. La mama la tribuleva inzà e in la a fer di lavurir (da bambina avevo molte sorelle, ma  poco di tutto. Stavamo in campagna ma niente terra, né animali da cortile e la mamma faticava di qua e di la a fare qualsiasi lavoro).

 

La cucina,  anche la più povera, se fatta con amore, è buona, e le  mamme lo sapevano fare con amore!   

Bene allora vi dico come la mamma faceva il ragù arrangiandosi, grazie  ad  alcuni  vicini  che  ogni  tanto ci allungavano qualcosa. Ci volevano   fegatini, magoni di pollo, rognoncini, bargigli e creste.    

Si tagliavano fini  e  si  procedeva come per fare il ragù di carne.  

Direte: che schifo!

Invece era molto buono, io ricordo ancora il suo sapore!

 

 

 

Ricetta di nonna Rina

Casa Protetta di Granarolo dell'Emilia

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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