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Patate, fagioli e maltagliati

Famiglia Bernabei
Famiglia Bernabei

 

Mi chiamo lride e ho già scritto alcuni racconti della mia vita. Ho avuto questa opportunità perché ora vivo nell' Istituto di Granarolo Emilia e qui ho trovato delle persone molto gentili e carine che mi hanno dato la possibilità di pubblicarle in Internet. Sono tutti racconti abbastanza tristi, come è stata la mia vita.

Mi faccio da capo? Avendo 90 anni sarà un po' lunga la storia !!!

Sono nata a Castelluccio di Moscheta, un paesino sugli appennini Modenesi, è una frazione di Montese in provincia di Modena. La mia infanzia l'ho vissuta lì. A Castelluccio c' eraano solo le elementari, poi solo fino alla terza classe. La miamaestra Elena, così si chiamava, era un'amica di mia mamma e le diceva: "all'Iride facciamole ripetere la seconda e la terza, così quando sarà grande si ricorderà qualche cosa in più".

Infatti il sillabario a forza di leggerlo lo avevo imparato a memoria. Per andare a fare la quarta e la quinta bisognava andare a Montese distante 12 chilometri.

Come si fa a mandare un bambino di 8 o 9 anni solo e a piedi?, perché allora non esistevano i pulmini e neanche altri mezzi. Ero solo una bambina piena di paure, avevo paura anche ad andare alla mia scuola specialmente d' inverno, perché d'inverno al mattino era ancora quasi buio. La cosa che mi spaventava di più era che dovevo attraversare un ponticello mal messo, essendo molto vecchio, non c'erano le protezioni ai lati, come adesso in cemento. ma costruivano uno scorrimano in legno con dei paletti in qua e in là. L' acqua raggiungeva quasi il piano della via e io attraversavo quel ponte con la tremarella alle gambe.

Non è che fossi una bambina senza famiglia! La famiglia c'era, io sono l' ottava di 9 fratelli e sorelle. Le mie sorelle andavano a Bologna a fare le donne di servizio, i fratelli lavoravano nei campi con mio padre. La mamma aveva la casa e il mangiare da portare avanti e la piccolina che aveva 2 anni meno di me e fu l' ultima figlia. Dalla più piccola alla più grande (che si chiamava Giulia) ci sono 18 anni di differenza. Povera mamma! che era sempre nervosa! per forza! lo mi

ricordo un episodio che non posso dimenticare. Avevo la tosse cattiva, a quei tempi si chiamava così, adesso la chiamano pertosse. Mia mamma stava dando da mangiare alle galline e a me era arrivato un attacco di quella tosse tremenda, mi sentivo soffocare, allora non potendo parlare mi sono attaccata alla sua gonna e ho cominciato a tirarla per chiedere aiuto, ma lei continuava a dare pugni di mangime ai suoi polli, uno strattone più forte e finalmente si accorse che avevo

veramente bisogno di lei. Corse in casa a prendere un po' d'acqua da darmi da bere.

Avevo 4 o 5 anni ma questa cosa non l'ho mai dimenticata.

Poi le cose cambiarono, cambiammo casa perché col tempo i ragazzi erano cresciuti, io anche, potevamo lavorare in un podere più grande. Io aiutavo mia mamma, avrò avuto 8 o 9 anni e mia mamma mi faceva fare la sfoglia con 2 uova e al posto delle altre uova mettevo dell'acqua e questo non andava bene perché la farina che si usa per fare la sfoglia bisognerebbe impastarla tutta solo con le uova, altrimenti quando la tiri con il mattarello si rompe tutta. Io mi rivolgevo a mia madre quasi piangendo, lei mi rispondeva che non importava se si rompeva intanto facciamo la minestra coi fagioli e le patate, con la sfoglia facciamo i maltagliati.

Sapete cosa devo dire: "quella minestra con i fagioli, le patate e i maltagliati era

proprio buona!".

 

 

Racconto di Iride Bernabei

Casa Protetta di Granarolo dell'Emilia

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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