Senti le rane che cantano

Senti le rane che cantano
che gusto che piacere,
lasciare la risaia,
tornare al mio paese;
lasciare la risaia,
tornare al mio paese.

 

Amore mio non piangere
se me ne vado via:
io lascio la risaia,
ritorno a casa mia,
io lascio la risaia,
ritorno a casa mia.

 

Non sarà la campana
che sveglia la mattina,
ma là nella casetta
mi sveglia la mammina,
ma là nella casetta
mi sveglia la mammina.

 

Vedo laggiù tra gli alberi
la bianca mia casetta
e vedo là sull'uscio,
la mamma che m'aspetta,
e vedo là sull'uscio,
la mamma che m'aspetta.

 

Mamma, papà non piangere,
non sono più mondina,
son ritornata a casa
a far la contadina,
son ritornata a casa
a far la contadina.

 

Mamma, papà non piangere,
se sono consumata:
è stata la risaia
che mi ha rovinata,
è stata la risaia
che mi ha rovinata.

 

 

La canzone fa parte del repertorio di Giovanna Daffini, una delle figure di primissimo piano del movimento di riscoperta del canto popolare e proletario degli anni ‘60. Nata a Villa Saviola (Mantova) nel 1913 e vissuta a Gualtieri (Reggio Emilia), dove morì nel 1969, la Daffini cominciò da giovanissima a suonare come ambulante, lavorando durante la stagione della monda come risaiola nel Novarese-Vercellese.

 

Tratto da: Castelli F., Jona E., Lovatto A., Senti le rane che cantano-Canzoni e vissuti popolari della risaia, Donzelli editore, Roma, 2005

 

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