La pianura bolognese è stata per secoli uno dei principali centri della canapicoltura italiana; avviata nella seconda metà del XV secolo tra Bologna, Budrio e Cento, la coltivazione della canapa è diventata il cardine del sistema agrario bolognese. A livello locale la canapa pettinata veniva utilizzata per corde, reti da pesca, tele da sacchi, biancheria domestica e personale; a partire dal XVII secolo si svilupparono anche nuovi sbocchi commerciali, grazie alla domanda della corderia dell’arsenale navale veneziano e dei cantieri navali dei paesi dell’Europa nord-occidentale. Nel XIX secolo più dei due terzi del prodotto veniva esportato in altre province italiane oppure all'estero e la produzione di canapa nel bolognese raggiunse l'apice; nel secolo scorso iniziò a diminuire la richiesta di prodotto fino a scomparire dopo gli anni ’50, a causa di molteplici fattori concorrenti: affermazione delle fibre sintetiche, basso grado di meccanizzazione della coltura con alto impiego di manodopera, concorrenza di colture più remunerative.
Il Museo della Civiltà Contadina di San Marino di Bentivoglio dedica un'intera sezione alla canapa, documentando le fasi di coltivazione e lavorazione della fibra: semina, raccolta, macerazione, decanapulazione, e infine pettinatura, filatura e tessitura. La ricostruzione delle pratiche di ciascuna fase è affidata agli strumenti di lavoro impiegati, a fotografie, disegni e testi.
Per approfondimenti: "La coltivazione e l'industria domestica della canapa"
Tra passione e professioneIl lavoro della canapa nelle fotografie di un cicloturista: Antonio Pezzoli | |