salta ai contenuti
 

Il giovane tedesco

Devo andare indietro a tanti anni fa. Io ero ragazzetta quindi parliamo del periodo dell’ultima guerra mondiale. Abitavamo, in quel periodo, a Calcara in una casa colonica, ex Mulino fino alla fine dell’800.  Che bella la casa dove sono nata. L’ho ancora in testa. Beh in quel periodo avevamo i tedeschi in casa. All’epoca c’era sì la solidarietà fra vicini, ma c’era anche lo spauracchio della guerra e la paura dei tedeschi e noi avevamo la nomina di famiglia di partigiani, così un bel giorno ci siamo trovati i “crucchi” in casa per una spiata di un paesano. Stavano lì con i loro fucili, la loro parlata così dura e secca, le loro camionette. Non sono stati troppo cattivi con noi, ma era come avere na bessa in cà! Insomma te pora che ti sguilli adosso quando non te lo aspetti… e non era più casa tua. Ti controllavano con quegli occhi chiari e seri, non avevi più la libertà di girare tranquillo perché te li sentivi sempre addosso. Io avevo tre fratelli.Uno dei quali Indro, non c’era, era su verso Marzabotto con i partigiani. Non riuscivamo a contattarlo per avvisarlo nel caso tornasse; avevamo tutti tanta paura che arrivasse all’improvviso e trovasse i tedeschi in casa. Mi dicevo continuamente: Quando arriva forse vede le camionette, forse lo hanno già avvertito le staffette. Ma ragazzi, a quell’epoca con i forse ci si trovava contro un muro e dopo un secondo eri morto con una fucilata.

Venne una mattina, erano le quattro, io ero nella stalla che governavo le vacche, Quando lo vidi ci abbracciammo. Non feci in tempo a dire nullaperché lo vidi lì sulla porta della stalla, il crucco col fucile in mano che ci guardava con quegli occhi di ghiaccio. Ricordo che mi inginocchiai e gli dissi piangendo: Ti prego, è mio fratello! Guardò dietro a lui e imbracciò il fucile. Io chiusi gli occhi e pensai: E’ finita! Poi sentii la sua voce secca: Frauleen, frauleen, rauss!

Aprii gli occhi, col fucile stava spintonando Indro fuori dalla stalla facendogli segno di andare. Mi alzai col cuore in gola. E’ difficile da raccontare quello che provavo, continuavo a pensare che lo facesse correre e poi gli avrebbe sparato alle spalle. Vidi  Indro che correva come una lepre e richiusi gli occhi  ma non udii nessun sparo. Sentii ancora quegli occhi azzurri sopra di me che mi guardavano, ma ora

li vedevo diversamente, erano quelli di un ragazzo dell’età di mio fratello, che si guardava attorno anche lui spaventato che uscissero i suoi compagni. Lo guardammo assieme sparire al di là dell’argine del canale e solo allora la sua voce disse: Rauss, frauleen… rauss, e indicava la casa. Quel tono così duro era ora come una poesia. Rimasero da noi ancora un mese circa. Non ci dicemmo mai nulla. Quando nessuno dei suoi lo guardava, lui avvicinava la mano alla testa, come un piccolo saluto militare. Passò così quasi un mese poi una notte se ne andarono tutti. La mattina quando andai nella stalla era vuota. Le mucche le avevano rubate e nella greppia del fieno c’era un grande sacco di juta. Lo aprii, era pieno di zucchero e c’era un fazzoletto con scritto: Ciao frauleen. Non sapevo neppure il suo nome, ma quante volte ho sognato quel ragazzo venuto da lontano che si era trovato dentro una guerra non sua. Se penso alla solidarietà io penso sempre a lui, al tedesco buono senza nome e se mai si sarà salvato dagli orrori della guerra.

 

 

Racconto di nonna Maria

Casa Protetta di Granarolo dell'Emilia

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Chiunque ritenga di poter rivendicare diritti su fotografie o altro materiale contenuto nel sito e non ha dato autorizzazione alla pubblicazione, è pregato di segnalarlo tramite e-mail all'indirizzo cercanelcassetto@cittametropolitana.bo.it o di contattarci telefonicamente (051 6598716 – 051 6598460) in modo che siano prese le opportune misure.

I materiali pubblicati sul sito sono disponibili per la condivisione sul web; tuttavia, l’utilizzatore dovrà citare la fonte e l’eventuale detentore dei diritti e, qualora volesse modificare il contenuto o utilizzarlo per scopi diversi da quelli del progetto, dovrà chiederne preventivamente l’autorizzazione a cercanelcassetto@cittametropolitana.bo.it.

Privacy e condizioni

 
torna ai contenuti torna all'inizio