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Ad Amedeo

Amedeo Bernabei
Amedeo Bernabei

Mi chiamo Iride e sono molto anziana, ho 89 anni, ma tutti dicono portati bene. Sono nata in un paesino del nostro Appennino, Castelluccio di Montese. Sono l’ottava di nove figli e ormai  conto solo una cara sorella, la più piccola, quella che accudivo. La  mamma aveva nove figli, la casa da mandare avanti e il lavoro duro, nei campi con mio padre. Eppure siamo cresciuti con tutta la miseria che c’era e il brutto periodo

di quell’epoca, ma in armonia. La nostra era davvero una famiglia unita che la Grande Guerra ha distrutto. Come vorrei parlare di solidarietà, di umanità, ma come faccio. Due miei fratelli partirono militari uno, il più grande, lo spedirono in Albania, e il più giovane, Amedeo di 22 anni, in Grecia. Il grande tornò,  ma come tornò?! Con i fantasmi delle atrocità vissute che non si possono scordare in una intera vita e te la segnano perché quello che hai visto è più grande di te stesso e non ci sta dentro di te, ti preme e ti martella per sempre, lo vedi prima di chiudere gli occhi quando vorresti riposare… i fantasmi non ti daranno mai pace e ti perseguitano sempre.

Amedeo invece, il mio caro Amedeo.. l’ultimo ricordo che ho di lui e che per farci credere che non aveva paura e che dovevamo stare tranquilli, il giorno che è partito scese le scale fischiettando e salutandoci con la sua mano. Ricevemmo alcune cartoline poi più nulla. Un giorno arrivò una lettera nella quale erano scritte 5 parole così fredde ed impersonali che ci lasciarono agghiacciati: Bernabei Amedeo disperso in guerra.

Nonostante le nostre ripetute ricerche non abbiamo mai avuto risposta dagli organi militari. Un po’ di solidarietà per una famiglia provata da un dolore così grande non c’è mai stata. Non è stata mai fatta nessuna ricerca.

Non si riesce ad avere notizie … Solo questo ci hanno sempre affermato. I miei nipoti sono andati in vacanza a Cefalonia ed hanno  scoperto casualmente che esisteva il Sacrario della Divisione D’Acqui. Ricordandosi dei nostri racconti dell’ultima Guerra sono entrati per rendere omaggio ai caduti e lì hanno scoperto la lapide di Amedeo.

Hanno fatto delle ricerche in quel luogo ed ora sappiamo! Ora so dove riposa e che è stato ammazzato in trincea  quando ormai la guerra era finita durante un bombardamento aereo. Non si può ormai neppure sapere chi stava bombardando, se gli aerei amici americani o i tedeschi, in  quel periodo c’era il caos più assoluto.

Amedeo è là, non è solo ed è vicino ad altre mille lapidi di ragazzi poco più di ventenni, morti per un ideale politico che ci ha rubato tanti ragazzi. E’ così amaro, non ho avuto nessuna risposta dalla mia terra ma l’ho avuta dalla terra da noi offesa tanti anni fa , e  con tanta umanità e tanta semplicità. Non so se alla mia età riuscirò mai ad andarlo a vedere, è così lontano! Ma non dal mio cuore. Quando rimango da sola e non c’è nessuno vicino a me chiudo gli occhi e lo sento fischiettare e allora lo saluto e dico una preghiera.

 

 

Racconto di Iride Bernabei in memoria del fratello Amedeo

Casa Protetta di Granarolo dell'Emilia

      

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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