salta ai contenuti
 

Nel 1944 ...

A sentire queste parolone sono tornato indietro negli anni a quando ero ragazzo. Nel 1944 mi avrebbero arruolato per andare in guerra, ma come tanti ragazzi del mio periodo la guerra voleva dire finire di vivere, voleva dire essere costretti ad ammazzare qualcuno per qualcuno che non faceva il nostro bene. Credetemi: mi sono detto: Lino cosa fai?  Scappi?

Sono scappato! Non è stata una bella vita nascondermi e dovermi continuamente spostare da un paese all’altro ma non avrei mai sopportato di vivere con il terribile peso di dover ammazzare un uomo come me!

Sono stati anni tremendi con momenti terribili. Da Trebbo a Sabbiuno alla Ca Bura a Bologna.

Non ero neppure partigiano ma potevo essere scambiato per uno di loro.  Quante volte ho sentito l’odore della morte a pochi centimetri da me. Una sera trovai rifugio in una stalla. Mi nascose un contadino dentro la mangiatoia mentre arrivavano i soldati fascisti e non mi trovarono perché quando entrarono la moglie del contadino fece finta di riempire di fieno la mangiatoia delle mucche.

A Sabbiuno mi ricordo che scappavo in mezzo ad un campo mentre arrivavano le camionette tedesche e una contadina mi nascose dentro una vigna appena in tempo.

Sapete che a raccontarla in questo modo sembra così semplice. Ma se ripenso a quei giorni con il senno di ora mi dico: Lino, ma quanto dovevi ringraziare queste contadine che anche loro hanno rischiato di morire solamente per aiutarti, senza neppure chiedere perché scappavi e chi eri? 

L’ultima avventura l’ho passata a casa di mio zio in campagna a Sabbiuno. Ero nascosto da lui quando arrivarono i tedeschi. Ci ritrovammo la casa piena. Era un distaccamento di una decina di uomini che stavano facendo rifornimento di viveri per un battaglione a Pianoro. Si fermarono a casa da mio zio per una settimana e mi trovarono. Non mi domandaro niente nonostante avessi l’età per essere nei militari e non a casa. Mi chiesero di aiutarli mentre macellavano delle vacche e buoi che avevano razziato in giro per le campagne.

Li aiutai, furono gentili e così come erano venuti se ne andarono senza dire o farmi  niente. Anche loro erano ragazzi come me, avevano fatto altre scelte, ma forse a volte non si riesce neppure a scegliere, comunque anche

loro sono stati umani con il povero Lino!

 

 

Racconto di nonno Lino

Casa Protetta di Granarolo dell'Emilia

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Chiunque ritenga di poter rivendicare diritti su fotografie o altro materiale contenuto nel sito e non ha dato autorizzazione alla pubblicazione, è pregato di segnalarlo tramite e-mail all'indirizzo cercanelcassetto@cittametropolitana.bo.it o di contattarci telefonicamente (051 6598716 – 051 6598460) in modo che siano prese le opportune misure.

I materiali pubblicati sul sito sono disponibili per la condivisione sul web; tuttavia, l’utilizzatore dovrà citare la fonte e l’eventuale detentore dei diritti e, qualora volesse modificare il contenuto o utilizzarlo per scopi diversi da quelli del progetto, dovrà chiederne preventivamente l’autorizzazione a cercanelcassetto@cittametropolitana.bo.it.

Privacy e condizioni

 
torna ai contenuti torna all'inizio